martedì 23 aprile 2019

VENEZUELA: LA VERITA' SULL'ATTUALE CRISI

https://sites.google.com/site/fermateleguerre/home/venezuela-la-verita-sull-attuale-crisi



CONTROINFORMAZIONE.INFO

4 FEBBRAIO 2019

DAL VENEZUELA ALL’IRAN IL PROGRAMMA DELLE AGGRESSIONI DELL’IMPERO USA


di Luciano Lago
Venezuela e l’Iran, pur essendo paesi geograficamente distanti, sono accomunati in questo periodo dall’essere oggetto della medesima cospirazione dell’Amministrazione USA in quanto paesi che rifiutano di piegarsi ai diktat della dominazione statunitense. Entrambi i paesi sono oggetto di sanzioni e di un tentativo di strangolamento economico con il rischio di un intervento militare diretto che appare meno probabile in Iran e maggiormante possibile in Venezuela.
Non a caso i due paesi hanno da tempo stretto relazioni economiche e stabilito una linea di cooperazione bilaterale su vari livelli.

cooperazione bilaterale su vari livelli.
Secondo alcuni analisti, se Washington riuscirà a “costruire con successo la crisi venezuelana, in una variante delle “rivoluzioni colorate”, questo schema sarà testato in altri paesi, in particolare, in Iran”. Per la verità in molti si aspettavano da tempo, che gli Stati Uniti “implementassero lo scenario di crisi, in primo luogo in Medio Oriente, a Teheran, mentre anche in in America latina il fuoco covava sotto la cenere.. 

Basta ricordare le proteste relativamente recenti in Iran, che nei media occidentali sono state descritte come l’inizio della prossima “rivoluzione dei colori” in Medio Oriente. Tuttavia, salvo qualche episodio isolato, gli americani non sono riusciti a suscitare rivolte di massa in Iran e neppure a mettere insieme un’alleanza anti-iraniana nella regione, per ottenere il sostegno necessario dei loro alleati in Europa e altrove. Inoltre, all’interno dell’Iran, il principale malcontento dei manifestanti è stato diretto contro il presidente Rouhani per la conclusione di un accordo nucleare, che non ha raggiunto la revoca delle sanzioni ed il miglioramento economico che ci si aspettava nel paese.
In questi giorni che vedono il culmine del tentativo di Golpe USA in Venezuela, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha espresso il proprio sostegno all’attuale presidente venezuelano, Nicolas Maduro, e al governo legittimo del paese. Nell’occasione di accettare le credenziali del nuovo ambasciatore del Venezuela a Teheran, Carlos Cordones , il presidente iraniano ha descritto gli eventi a Caracas come una “cospirazione” e ha sottolineato che “negli ultimi anni, sotto il governo di Maduro, le relazioni tra Iran e Venezuela sono state molto buone e sincere,” quindi l’Iran “continuerà a sviluppare relazioni bilaterali con il paese amico del Venezuela. “
In precedenza, l’Iran nella persona del cancelliere, Zarif, aveva espresso sostegno al governo venezuelano e discusso con il suo omologo venezuelano ” le possibilità di contrastare le cospirazioni degli Stati Uniti contro gli stati indipendenti, in particolare il Venezuela”, nonché varie soluzioni politiche per risolvere le controversie tra governo e gruppi di opposizione . Le azioni di Teheran per difendere il proprio interesse nazionale sono chiare e comprensibili. In questo momento Teheran assiste con interesse agli sviluppi della situazione in America Latina.

Questo allineamento di fatto fra i due paesi, Venezuela e Iran, avviene nonostante che l’equilibrio del potere nei due paesi sia diverso. Secondo alcuni analisti iraniani, la crisi attuale “dividerà ancora una volta il mondo in due parti: le forze che agiscono a sostegno degli Stati Uniti e dell’Impero USA-Sionista e di coloro che si oppongono”. 

L’Iran si trova nel secondo gruppo, insieme a Russia, Cina e Turchia, per questo ha difeso il presidente eletto legittimamente del Venezuela. Inoltre, Teheran comprende che la crisi e gli ulteriori sviluppi in questo paese, così come in tutta l’America Latina, stanno spostando il problema iraniano per Washington a un secondo piano, in un termine di tempo più lontano. 
Inoltre, esiste oggi la possibilità di lanciare una “spina nel fianco del potere americano”, che diventa un fenomeno geopolitico completamente nuovo. Oltre a questo aspetto, bisogna calcolare che altri grandi paesi, come l’India, il Messico, il Sud Africa, il Pakistan e diverse repubbliche asiatiche, si stanno spostando da quello che era un allineamento alle posizioni degli USA e si orientano verso rivendicazioni di autonomia, in particolare rifiutandosi di applicare le sanzioni decretate dagli USA contro la Russia e l’Iran.

Ne è prova il fatto che questi paesi hanno incrementato la cooperazione economica con Teheran, questo è una dimostrazione dell’avvio di una politica multi-vettoriale nelle relazioni estere, una richiesta di dialogo non solo fra i paesi dello stesso continente. Naturalmente, la base della cooperazione è il settore petrolifero. Ma i progetti di copoperazione vengono implementati in altre aree: difesa, scienza, tecnologia, economia, finanza, agricoltura. E non solo quello. Questi paesi emergenti condividono opinioni comuni sull’ordine mondiale, interagiscono nel quadro di varie organizzazioni internazionali. A questo proposito, notare che Caracas ha sempre votato contro l’adozione di risoluzioni anti-Iran all’AIEA, cosa che è percepita favorevolmente a Teheran.
In questa fase la “rivoluzione dei colori” in Venezuela si trova in un momento di stallo. Secondo un certo numero di esperti, a differenza del Medio Oriente e del Nord Africa, in Latino America è improbabile che gli americani decidano un’aggressione militare diretta, in un’area troppo vicina agli Stati Uniti. Economicamente, Washington ha strangolato economicamente Caracas per molto tempo (con gravi conseguenze sulla popolazione) e ha ancora margini di manovra per continuare a farlo.

Nonostante tutto Maduro ha la possibilità di resistere allo scontro con gli americani, invocando la difesa della Patria, come Castro aveva resistito a Cuba ai suoi tempi. 
Tuttavia, le pressioni internazionali, la sobillazione fatta dagli USA e la decisione del Parlamento europeo di riconoscere il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaydo, quale presidente facente funzione del Venezuela, potrebbe portare all’inizio di una guerra civile nel paese, cioè trasformarlo in una Siria latinoamericana. Se questo accadrà, il teatro delle operazioni sarà lontano dall’Iran, che ha il tempo di pensare e prendere decisioni serie per prevenire le mosse aggressive dell’Impero. 

https://www.controinformazione.info/dal-venezuela-alliran-il-programma-delle-aggressioni-dellimpero-usa/

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------

LA “VANGUARDIA”: IL VENEZUELA POTREBBE DIVENTARE UNA NUOVA CUBA



CARACAS , 2 febbraio 2019 , 23:57 – “Negli anni peggiori della Guerra Fredda, Cuba era l’alleato più importante dell’Unione Sovietica nella sua lotta geostrategica con gli Stati Uniti per il controllo dell’America. La Cuba comunista Fidel Castro, soggetta al rigoroso embargo commerciale degli Stati Uniti, sopravvisse grazie all’assistenza sovietica. In cambio di un sostegno vitale per Castro, ha permesso al Cremlino di installare missili a testata nucleare sull’isola. Il mondo non è mai stato così vicino a una guerra atomica “, ricorda l’edizione spagnola de La Vanguardia ai suoi lettori.
Il Venezuela si sta muovendo per diventare una nuova Cuba, secondo i media. Di fronte all’isolamento economico e diplomatico organizzato dagli Stati Uniti, in maggioranza dai paesi dell’America Latina e dall’Unione Europea, il regime del presidente Nicolas Maduro ha scelto resistenza e lotta.

“La Russia, l’erede dell’Unione Sovietica, guidata da Vladimir Putin, che vuole far rivivere un impero perduto, è già venuta in suo aiuto, offrendo prestiti e armi, oltre a fornire consulenza nei settori militare e di polizia. In cambio, il Cremlino trasformerà il Venezuela in un trampolino di lancio per minacciare gli Stati Uniti ” , scrive La Vanguardia.
Cuba, che ha fortemente promosso la rivoluzione bolivariana di Hugo Chávez, ha ripreso i rapporti diplomatici con gli Stati Uniti nel 2015. Ma ora il Venezuela Maduro ha rotto i rapporti con gli Stati Uniti e quindi può meglio servire gli interessi del Cremlino, secondo l’edizione spagnola. Il crollo economico e gli alti prezzi del cibo e delle medicine provocati dalle sanzioni USA, le privazioni che hanno costretto tre milioni di venezuelani a lasciare il paese, non permettono “di respingere l’abbraccio dell’orso russo”.

Maduro ha annunciato grandi manovre militari in un paio di settimane: questi esercizi dovrebbero preparare il Venezuela alla difesa di fronte a una possibile invasione. Coinvolgeranno principalmente armi russe e cinesi.
Il sostegno di Mosca e Pechino garantisce al leader venezuelano che sopravviverà all’ostracismo internazionale seguendo l’esempio dell’Iran e della Corea del Nord. Come è noto, le sanzioni economiche e diplomatiche non hanno messo fine né alla teocrazia iraniana né alla dittatura nordcoreana.
Chi può davvero allontanare Maduro è la leadership militare del Venezuela, sottolinea La Vanguardia, ma i generali al momento rimangono fedeli al leader del chavismo. Tuttavia, il presidente ha preso le sue precauzioni per non esporre eccessivamente i militari.
Non sono loro a reprimere le proteste, ma le milizie, i cosiddetti “collettivi” e l’unità di polizia delle forze speciali (FAES). “Sono molto più sicuri dei soldati e le basi della Guardia nazionale bolivariana – i giovani che hanno abbandonato a causa dei bassi salari e della frustrazione nella rivoluzione” – hanno affermato i media spagnoli.

Nota. Nelle prossime settimane si prevede che si intensificheranno i tentativi degli USA di infiltrare in Venezuela agenti provocatori e contractors (mercenari) dalla vicina Colombia per suscitare rivolte e disordini, secondo lo schema collaudato dalla CIA in altri paesi, dall’Ucraina alla Siria, tuttavia la reazione di una buona parte della popolazione e degli ambienti militari è quella di una difesa patriottica dalla minaccia di aggressione americana.

Il tentativo di regime/change degli USA in Venezuela è troppo smascherato per non suscitare una reazione di questo tipo. Non a caso i militari hanno respinto le pressioni ed i denari promessi da Washington per passare dalla parte di Juan Guaidò, mentre i pochi ufficiali che si sono pronunciati a favore dell’opposizione, vengono tacciti di “traidores”. Potrebbe accadere che la strategia di Washington favorisca un risorgere del nazionalismo anti americano in Venezuela come in altri paesi dell’America Latina. Il “Cortile di casa” degli USA potrebbe diventare scenario di rivolte al dominio degli yankees. Il vecchio sogno del “Che” potrebbe avverarsi dopo mezzo secolo da quello sfortunato tentativo.
Traduzione e nota: Luciano Lago

https://www.controinformazione.info/la-vanguardia-il-venezuela-potrebbe-diventare-una-nuova-cuba/
------------------------------------------------------------------------------------------------------------

MOSCA RIVELA: “WASHINGTON CERCA DI DISTRUGGERE L’ORDINE COSTITUZIONALE IN VENEZUELA”


MOSCA, Russia – Gli Stati Uniti stanno facendo del loro meglio per distruggere l’ordine costituzionale e cambiare il governo in Venezuela, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
“Abbiamo visto (…) gli sforzi di Washington e dell’amministrazione [degli Stati Uniti] che concedono il massimo intento di cambiare l’ordine costituzionale in Venezuela”, ha detto il diplomatico al canale televisivo Rossiya.
Secondo Zakharova, nel caso di una guerra civile che inizi in Venezuela, il governo degli Stati Uniti dovrà spiegare al suo popolo e al popolo dell’America Latina “dove andranno i venezuelani”.
Il rappresentante del ministero degli Esteri russo ha sottolineato che il flusso migratorio dei paesi dell’America Latina, di cui gli Stati Uniti sono presumibilmente così preoccupati di voler costruire un muro al confine con il Messico, “aumenterà più volte” in caso di conflitto in Venezuela.
La crisi venezuelana è peggiorata il 23 gennaio, dopo che Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea nazionale, si è proclamato presidente del paese.
Il capo di stato venezuelano Nicolás Maduro, che è entrato in carica il 10 gennaio, ha descritto la dichiarazione di Guaidó come un tentativo di colpo di stato e ha incolpato gli Stati Uniti per averlo orchestrato.
Washington ha certificato l’autorità di Juan Guaidó per controllare alcuni beni detenuti dalla Fed (banca centrale statunitense) o da qualsiasi altra banca con sede negli Stati Uniti.
L’analista e docente internazionale Arturo López-Levy ha spiegato come queste misure intendono cambiare la situazione nel paese, dove “il più grande perdente sarà il popolo venezuelano”.
“Nessuno sa cosa faranno con questi soldi, il che è chiaro che non sarà usato per migliorare la situazione economica del paese. Fino a quando l’opposizione non sarà controllata dall’ordine pubblico, si può affermare che l’assenza di questo denaro renderà la situazione economica più difficile “, ha affermato.
Secondo il professore, la “struttura parallela” di Guaido trarrebbe beneficio solo da questo nuovo potere economico. Potrebbe essere usato per sostenere le proprie strutture, per pagare ambasciate straniere o “lobbisti che rafforzano la loro posizione nell’Unione europea, negli Stati Uniti e in alcuni paesi dell’America Latina”.
Tuttavia, secondo l’esperto, la situazione economica del paese potrebbe essere più colpita, il che “cambia il panorama in peggio”.

Allo stesso tempo, l’esperto ha dato una valutazione positiva alla proposta fatta dal Messico e Uruguay dei loro governi di mediare nel processo di risoluzione pacifica della crisi venezuelana:
“Gli Stati Uniti e il Regno Unito, a loro volta, hanno tagliato il traguardo dell’ipocrisia sostenendo un programma insurrezionale”, ha affermato.
Washington non si fa scrupoli di fomentare una guerra civile nel paese per raggiungere le sue finalità di cambio di regime. 
Fonte: FRN
https://www.controinformazione.info/mosca-rivela-washington-cerca-di-distruggere-lordine-costituzionale-in-venezuela/
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

“IN VENEZUELA, I MARINES AMERICANI SAREBBERO GIÀ OPERATIVI”: SE LA RUSSIA NON SI FOSSE SCHIERATA A SOSTEGNO DEL VENEZUELA



La Federazione Russa farà tutto il possibile per sostenere le legittime autorità del Venezuela. Questa dichiarazione è stata fatta dal capo del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa , Sergey Lavrov .
“Ancora una volta, comprendiamo che gli Stati Uniti, per dirla semplicemente, hanno tradito la loro impazienza e si sono diretti pubblicamente verso il cambio di regime illegale”, ha detto Lavrov in una conferenza stampa in seguito ai colloqui con la sua controparte della Sierra Leone, Ali Kabbah . – Tuttavia, questo non nega la necessità di difendere il diritto internazionale con tutti i mezzi disponibili.

E noi dalla Russia, insieme ad altri membri responsabili della comunità mondiale, faremo di tutto per sostenere il legittimo governo del presidente [Venezuela Nicholas] Maduro nel difendere la costituzione venezuelana e quei metodi per risolvere la crisi che sono nel campo costituzionale ” .
Pressione degli Stati Uniti.
L’analista politico ed economico Vladimir Soloveychik, in un’intervista con il corrispondente della FAN, ha commentato la dichiarazione del ministro degli Esteri. Ha notato che il comportamento delle principali potenze occidentali – non solo gli Stati Uniti, ma anche i loro alleati NATO tra i paesi dell’UE, così come la Colombia al confine con il Venezuela, il suo governo di destra e la politica filoamericana – sono stati sempre ostile alla rivoluzione venezuelana bolivariana. dai tempi di [l’ex presidente del Venezuela] Hugo Chávez . Tentativi di golpe e scontri di strada furono organizzati di frequente. Quindi, in generale, non c’è nulla di nuovo in questo. Né c’è nulla di nuovo nel fatto che la Federazione russa abbia sostenuto le legittime autorità del Venezuela, sia sotto Chavez che ora dopo la sua morte.

“È chiaro che gli oppositori stranieri e interni delle autorità legittime del Venezuela utilizzano la difficile situazione economica del paese, l’inflazione e la debolezza della valuta nazionale – il bolivar, il traffico interno in difficoltà e i problemi nel mercato dei consumatori per prendere il potere. Stanno cercando di mettere un governo di destra-liberale alla guida di questo paese ricco di petrolio “, ha spiegato Vladimir Soloveichik.
L’esperto ha notato che, di fronte alle pressioni esterne degli Stati Uniti e di alcuni paesi dell’UE, con cui l’amministrazione statunitense minaccia il popolo venezuelano di un intervento armato, la posizione della Russia di sostenere l’autorità legittima venezuelana è importante e tempestiva, considerando che la vicina Colombia può inviare bande armate in Venezuela . Questa posizione coincide con lo stato d’animo della società russa: si sa degli eventi pubblici già organizzati e programmati per i prossimi giorni a sostegno del Venezuela, le sue legittime autorità, contro i piani di intervento militare straniero in questo paese.

Protezione degli interessi nazionali
“La posizione del nostro paese è anche importante perché la Federazione Russa al momento, insieme a Stati Uniti e Cina, è uno dei maggiori partner del commercio estero del Venezuela. Quindi stiamo parlando della protezione degli interessi russi, del commercio estero e finanziario, altrimenti non è garantita la restituzione dei prestiti precedentemente concessi al Venezuela, la conservazione degli investimenti e la prosecuzione dei contratti di commercio estero. Questo è anche il motivo della dichiarazione del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa e, a mio parere, la ragione è piuttosto pesante “, ha aggiunto Vladimir Soloveichik.
L’analista ha espresso fiducia che la diplomazia russa dovrebbe proteggere attivamente non solo gli interessi politici, ma anche quelli economici della Federazione Russa, come i diplomatici sovietici Georgy Chicherin , Maxim Litvinov , Leonid Krasin hanno fatto cento anni fa .
“Nonostante il fatto che si riferiscono a un sistema socio-politico completamente diverso, le azioni di Sergei Lavrov sul Venezuela sono in linea con la tradizione antimperialista della politica estera russa. La dichiarazione di Sergey Lavrov è un segnale importante per l’amministrazione statunitense “, ha concluso Vladimir Soloveichik.

Prevenire un Maidan venezuelano
Dmitry Rodionov, direttore del Centro per gli studi geopolitici presso l’Institute for Innovative Development , commentando la situazione in Venezuela, ha affermato che la Russia ha già fatto molto per sostenere le legittime autorità del paese sudamericano. Molti stati hanno espresso la loro inequivocabile condanna del tentativo degli Stati Uniti di realizzare un colpo di stato in questo paese. Ma oggi è il sostegno dei paesi le cui opinioni vengono ascoltate, in particolare la Russia e la Cina, che è di fondamentale importanza per Caracas.
“Chiudi la Russia, come prima, nel caso della Jugoslavia o della Libia, e puoi essere sicuro che i marines americani sarebbero già operativi in ​​Venezuela. Ma non solo il supporto verbale ferma gli americani.

La visita dimostrativa dello scorso anno in Venezuela dal nostro Tu-160, da un lato, potrebbe aver accelerato le azioni statunitensi per destabilizzare la situazione in questo paese latinoamericano, dall’altro ha fatto riflettere su se intervenire direttamente “, ha spiegato Dmitry Rodionov.
Secondo l’esperto, le voci sulla comparsa di una base militare russa in Venezuela hanno indubbiamente influenzato la situazione. Da un lato, gli americani sono interessati a cambiare il potere in Venezuela prima che la base della Federazione Russa appaia lì, d’altro canto, non sanno cosa sia già presente. Se fossero sicuri al cento per cento che non ci sianio russi in Venezuela, sarebbero stati lì molto tempo fa.
“Infine, se non fosse per il nostro, ma in misura maggiore, ovviamente, per la Cina, l’assistenza finanziaria, la crisi in Venezuela sarebbe stata molto più dolorosa, e gli eventi di oggi potrebbero aver avuto inizio l’altro ieri. Oggi la cosa principale è prevenire un Maidan venezuelano – un tentativo di colpo di stato. E, naturalmente, l’intervento straniero.
Finora è stato possibile, ma il gioco è ancora lontano. Gli americani e il presidente Donald Trump personalmente , per i quali è ora una questione d’onore, non si arrenderanno. In ogni caso, il problema dell’economia venezuelana, sia la Russia che gli altri paesi che sostengono Maduro, devono ancora decidere che questi eventi non si ripetano nel prossimo futuro.
Come farlo – questa una domanda separata e difficile “, – ha concluso 
Dmitry Rodionov.
Fonte: Riafan.Ru
Traduzione: Sergei Leonov

https://www.controinformazione.info/in-venezuela-i-marines-americani-sarebbero-gia-operativi-se-la-russia-non-si-fosse-schierata-a-sostegno-del-venezuela/

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
SUL VENEZUELA QUESTO ED ALTRO NEL SITO
CONTROINFORMAZIONE.IT
https://www.controinformazione.info/

EUROPA NEWS 15 GENNAIO 2019: GLI USA VOGLIONO UNO SCONTRO CONTRO LA RUSSIA


https://sites.google.com/site/fermateleguerre/home/europa-news-15-gennaio-2019

 CONTROINFORMAZIONE.NFO


IN EUROPA CRESCE LA PROBABILITA' DI UNA GUERRA CONTRO LA RUSSIA

13 GENNAIO 2019

LA PROSSIMA “RIVOLUZIONE COLORATA” SARÀ IN SERBIA. PRONTI LA CIA E SOROS PER SOBILLARE UN GOLPE CONTRO IL GOVERNO DI BELGRADO


SERBIAE  KOSOVO

Il destino della regione è in gioco: perché Putin vola in Serbia?

Circa 40.000 persone hanno preso parte alle proteste a Belgrado, a Nis, Novi Sad e in diverse città minori, hanno riferito gli organizzatori questo scorso sabato. Le autorità non hanno immediatamente confermato i numeri comunicati dagli organizzatori..
A Belgrado, i manifestanti portavano uno stendardo con una maglietta insanguinata, un’allusione all’assalto irrisolto sul leader di sinistra Borko Stefanovic a novembre.
I manifestanti hanno chiesto la protezione della libertà dei media, mettendo fine all’ambiente ostile del paese per giornalisti e figure dell’opposizione e la trasparenza del governo nel tentativo di risolvere le controversie in sospeso con il vicino Kosovo.

Già da un mese in Serbia, si stanno svolgendo proteste di massa, comparabili per dimensioni alle azioni dei “giubbotti gialli” in Francia. I manifestanti protestano, come si suol dire in questi casi, contro il governo autoritario del presidente Alexander Vucic. 
Allo stesso modo di come si sta verificando a Parigi, varie forze politiche partecipano alle proteste: la sinistra globalista e filo UE, i liberali, le organizzazioni per “i diritti umani” e persino le persone LGBT.

Il motivo a pretesto dell’inizio delle manifestazioni è stato l’attacco ai rappresentanti di uno dei partiti dell’opposizione.
Dietro questi eventi, si può discernere l’ombra del famoso finanziere George Soros, con la sua “Open Society” che investe ingenti somme in organizzazioni giovanili serbe che si oppongono a Vucic. L’obiettivo di coloro che sobillano la rivolta in massa attraverso i social media è quello di promuovere l’ingresso della Serbia nella UE e nella NATO, allontanado la Serbia dalla cooperazione con la Federazione Russa.

Nonostante il fatto che il Presidente della Serbia stia cercando di mantenere la fiducia, questi si trova in una posizione difficile. 
In questa situazione, Belgrado sta cercando aiuto da Mosca e sta facendo passi avanti verso di questa. Ad esempio, nel problema del gas. Vucic sostiene che la Serbia non pagherà più del dovuto per il gas liquefatto al fine di compiacere l’Occidente, ma acquisterà a buon mercato “carburante blu” dalla Russia. E il ministro della difesa serbo Alexander Vulin ha definito il suo omologo russo Sergei Shoigu un vero amico di Belgrado.


IL PRESIDENTE VUCIC CON PUTIN


Il presidente russo Vladimir Putin è stato invitato in Serbia il 17 gennaio. Le autorità intendono discutere con lui una serie di questioni, tra cui il gas. Ma c’è un altro problema importante per i Balcani – il trattato di Belgrado con i separatisti albanesi in Kosovo.
Mentre Vucic afferma che l’appartenenza all’Unione europea rimane l’obiettivo finale della Serbia, lo stesso Vucic mantiene stretti legami con la Russia, a lungo alleata cristiana slava e ortodossa del paese.
La prossima visita di Putin è vista come un richiamo di popolarità per Vucic e la sua coalizione di governo, ei suoi sostenitori hanno programmato un grande raduno per giovedì per dare il benvenuto al presidente russo
Si presume che la parte settentrionale di questa regione (il Kosovo) , quella dove principalmente vivono i serbi , entrerà sotto il controllo del governo serbo in cambio dei territori meridionali del paese in cui vivono gli albanesi. Questo piano è sostenuto dall’Amministrazione USA del presidente Trump, che è parte del parte del processo di riformattazione dei Balcani. Tuttavia i patrioti serbi si oppongono a questa prospettiva, accusano Vulcic di tradimento e anche loro aderiscono alle proteste. I patrioti serbi si oppongono all’ingresso della Serbia nella NATO e ricordano i bombardamenti subiti da Belgrado ad opera della NATO nel 1999. Ogni anno viene svolta la commemorazione delle vittime del treno che fu bombardato dalla NATO.
Come si ricorderà, furono bombardati dalla NATO non solo obiettivi militari, peraltro scarsamente danneggiati, ma soprattutto strutture e infrastrutture civili, come ponti, case, stazioni, edifici pubblici. In molti di questi episodi vennero coinvolti civili, autobus, pullman, treni, autovetture, per un totale di circa 2500 morti, tra cui molti bambini, e centinaia di feriti, oltre ai danni materiali, incalcolabili. Fu anche bombardata volontariamente la stazione tv di Belgrado con tutti i lavoratori all’interno. Inoltre si contarono più di mille morti tra i soldati e i poliziotti jugoslavi. Per questo i nazionalisti serbi si oppongono a che la Serbia possa oggi aderire all’Alleanza Atlantica.
Nel destino della regione potrebbe essere in arrivo un altro cambiamento.
Fonti: Gazeta.ru ChannelNew Asia
Traduzione e sintesi: Luciano Lago

https://www.controinformazione.info/la-prossima-rivoluzione-colorata-sara-in-serbia-pronti-la-cia-e-soros-per-sobillare-un-golpe-contro-il-governo-di-belgrado/
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
13 GENNAIO 219

GLI STATI UNITI SOSPINGONO L’UCRAINA AD ATTACCARE LE NAVI RUSSE

CONFLITTO IN UCRAINA
Alla fine dello scorso anno, lo spazio di informazioni dell’America è letteralmente esploso: “La Russia sta per attaccare l’Ucraina!” Allo stesso tempo, varie pubblicazioni americane, “esperti” e “organizzazioni rispettabili” hanno cominciato a destare allarme sul pericolo russo, sostenendo questo spettro della russofobia e completandolo fra uno e un’altro media.. 
Inevitabilmente, il sospetto, che dietro questa campagna mediatica vi sia un qualche tipo di centro di intelligence, diviene concreto e deriva dal modo in cui la squadra dei media opera per manipolare l’opinione pubblica nel modo giusto. Il tono di allarme è stato determinato dalla “prestigiosa” pubblicazione Neesweek e ripreso da lontano fino dall’ultima delle pubblicazioni locali – , i cui autori si sono posti l’obiettivo di convincere i lettori che il periodo natalizio è proprio il momento in cui “l’insidiosa Mosca certamente oserà attaccare”.
tIn realtà, l’autore non era altri che John Herbst, l’ex diplomatico di carriera che ha lavorato come ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina nel 2003-2006, e ora detiene la posizione di direttore del Centro per la politica Eurasia nel noto Consiglio Atlantico – presumibilmente un focolaio non governativo della russofobia, più che generosamente finanziato da fonti classificate. Torneremo su alcuni momenti riguardanti questa persona “brillante” dopo un po ‘, ma per ora menzioneremo che Herbst ha citato gli “argomenti indiscutibili” a favore della sua teoria che la guerra georgiano-russa è scoppiata ad agosto (periodo festivo! ), e “l’invasione sovietica dell’Afghanistan” è avvenuta esattamente a “Natale”. Non si comprende , perdonatemi, come si relaziona il Natale con l’Afghanistan musulmano e l’Unione Sovietica atea e in che modo tutto questo riguardasse l’agosto 2008 ! E, cosa più importante, quali sono stati gli eventi nella baia di Kerch?
Tuttavia, Herbst ha continuato a spiegare ostinatamente la sua teoria, mettendo insieme le dimissioni di Mattis dal Pentagono , il ritiro delle truppe americane dalla Siria e la “debole reazione dell’Occidente all’incidente di Kerch”. Tutto ciò, a suo parere, decisamente “provoca i russi ad iniziare le loro azioni militari contro l’Ucraina”. Devo dire che il “gruppo di sostegno” del loro collega sulle pagine della pubblicazione era composto da altri dipendenti e “esperti” del Consiglio Atlantico. Sembra che siano stati mobilitati dalle urne tutti in questa occasione, tranne, forse, per gli addetti alle pulizie … Michael Carpenter, che un tempo serviva come vice capo del Pentagono (come un grande specialista in Russia e “altra Eurasia”), che ora è un “atlantista” regolare o indipendente, ha detto al mondo che la povera Ucraina è semplicemente destinata ad una “occupazione russa”!
Ariel Cohen, ricercatore anziano dello stesso Consiglio Atlantico, ha anche osservato con non meno spavalderia di pensieri, dicendo, sotto terribili segreti, che “ha ascoltato le conversazioni” che la Russia “ravviva il piano di una grande guerra volta a smembrare l’Ucraina”, e recentemente che, secondo lui, intende in questa occasione “raggiungere i confini della Moldavia”! Dove esattamente e in quali circostanze il signor Cohen è riuscito a parlare di cose tanto terrificanti, ovviamente, non ha proseguito ad offrire chiarimenti. Ma i giornalisti di Neesweek, avendo sentito abbastanza di queste sciocchezze, sono giunti alla conclusione che, mentre il mondo festeggia il Natale, Putin andrà sicuramente a conquistare il mondo …

NAVI UCRAINE SEQUESTRATE

La vigilia di Natale è passata con successo – e il calendario cattolico, e persino quello ortodosso della Chiesa, ma le terribili orde russe non hanno invaso il territorio dell’Ucraina indifesa … Questo ha fermato qualcuno in America ?! Assolutamente no! Il volano lanciato è andato a girare ancora di più. L’argomento lanciato da Neesweek è stato raccolto e ha iniziato ad esssere elaborato in ogni modo. Lo stesso Carpenter ha iniziato a girare per i diversi uffici editoriali e canali televisivi, promuovendo le sue idee farlocche alle masse. Ad esempio, nel talk show, “The Week”, ha detto che il Mar Nero non è presumibilmente ” un lago russo” e la presenza di navi da guerra della NATO è “vitale”.
Inoltre, la “artiglieria pesante” dei media americani ha aderito a tale processo – il Washington Post ha spaventato i lettori citando un certo Istituto di Washington per lo studio della guerra, analisti di cui affermava inequivocabilmente: “Tutti i dati indicano direttamente che Putin sta preparando un attacco!”. il capo del “Dipartimento della Russia” del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Mark Simakovsky, schiumando alla bocca, ha cercato di dimostrare che “la costa di Azov diventerà il prossimo posto dell’aggressione russa contro l’Ucraina”, perché “la Russia ha bisogno di un corpo di terra come una ridotta in Crimea. L’ammiratore ha aggiunto il periodico “The National Interest” al falò russofobico, che, con riferimento alle previsioni annuali, viene compilato dalla società di consulenza di ricerca “Stratfor Worldview”, specializzata in geopolitica,
Chi era in realtà questo John Herbst, l’autore del servizio di News Week da cui è partito l’attacco mediatico? Questo signore è stato colui che si trovava al centro della preparazione e dell’attuazione del primo golpe del “Maidan” ucraino, nel 2014, era lui che ha rappresentato gli interessi degli Stati Uniti a Kiev assiema alla Victoria Nuland. Cosa chiede oggi John Herbst?
Nel suo articolo – sul sito web del Consiglio Atlantico, chiede che “bisogna costringere Putin a pagare in Ucraina”. In che modo? Le sanzioni? No, sono adeguate! Le sanzioni sono cosa di ieri … Herbst propone di armare la marina ucraina fino ai denti – anche con le armi americane obsolete.L’ex diplomatico vede non solo “sistemi radar intelligenti” e altre armi “non letali” in quanto tale. Crede che a “senza indugi” debbano essere consegnate una dozzina (o anche meglio – solo due!) Motovedette di classe Mark V, equipaggiate certamente con non meno di un centinaio di missili universali Hellfire! E la cosa più importante è piantare in Ucraina altri cento “giocattoli” più seri: i missili Harpoon, ancora una volta, destinati a distruggere le navi militari nemiche. Sì, sono tutte armi prodotte negli anni ’70 del secolo scorso e irrimediabilmente obsolete – ma hanno superato quasi un centinaio di chilometri.

Quindi, Herbst sostiene che le armi e persino le navi dovrebbero essere inviate in Ucraina esclusivamente per via aerea (altrimenti non arriveranno mai lì – c’è una triste esperienza). E in più – si concentra sul fatto che aver distrutto la spazzatura “arpionatrice” nella Marina di Kiev negli Stati Uniti, è fantastico risparmiare sul loro deposito e smaltimento! Buoni alleati! Tuttavia, niente di nuovo …
Infatti, Washington, attraverso la bocca di Herbst, propone, secondo il ben noto detto non stampabile, di dare a una persona con disabilità mentale un oggetto di vetro che, ovviamente, si schianta, tagliando le mani … E se mettiamo da parte l’umorismo dell’esercito quindi, non importa quanto Herbst abbia assicurato che il trasferimento di missili americani in Ucraina “non l’avrebbe indotta a sparare alla flotta russa”, è perfettamente chiaro a tutti ea tutti che questo è invece esattamente quello che accadrà. Ed è – assolutamente inevitabile. Bene, se questi “lupi di mare” incompiuti hanno deciso di “assalire” lo stretto di Kerch sul bacino dell’edificio Poroshenkovskaya con un ridicolo armamento a bordo, avendo “Hellfire” e “Harpoons” …
Se questa non è un’istigazione diretta di Kiev, che sta già perdendo il suo senso della realtà fino allo scoppio della guerra, che cos’è ?! Sebbene uccida, altre opzioni qui semplicemente non possono essere. Nella mente pubblica dei cittadini statunitensi, i miti sulla “inevitabilità della guerra tra Russia e Ucraina” si stanno formando in fretta, mentre il secondo (l’Ucraina) è ispirato dall’idea che sarà sicuramente invincibile con un’arma americana. Dopotutto, non è stato per niente che, alla fine dell’anno scorso, abbiamo parlato del trasferimento a Kiev “nei prossimi mesi” di nuovi lotti di armi letali, da parte del governatore locale di Washington, Kurt Volker. Le navi da guerra della NATO girano apertamente verso la Crimea nel Mar Nero … Tutto viene fatto per creare un’illusione nelle autorità di Kiev: dietro di loro c’è il vero potere militare dell’Occidente, anche se questo non embra assolutamente il caso.
Autore: Alexander Neukropny
Traduzione: Sergei Leonov
https://www.controinformazione.info/gli-stati-uniti-sospingono-lucraina-ad-attaccare-le-navi-russe/

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

13 GENNAIO 2019

COMANDANTE LITUANO.UN CONFLITTO TRA RUSSIA E UCRAINA SAREBBE UN DISASTRO PER L’EUROPA


Il comandante in capo delle forze armate lituane Jonas Vytautas Jukas

“Questo è lo scenario peggiore”: il comandante in capo delle forze armate della Lituania è sicuro che la guerra tra Russia e Ucraina colpirebbe fortemente l’Europa

Il comandante in capo delle forze armate lituane, Jonas Vytautas Jukas, ha descritto il conflitto tra Russia e Ucraina. Secondo lui, la guerra tra queste due nazioni può colpire duramente l’Europa e diventare lo scenario peggiore.
Il comandante in capo delle forze armate lituane, Jonas Vytautas Jukas, ha affermato che la guerra tra Russia e Ucraina sarebbe lo “scenario peggiore” per l’Europa, sottolineando che potrebbe anche danneggiare la Lituania. 
Secondo Vytautas Zhukas, la sospensione del conflitto russo-ucraino sarà una pietra miliare importante non solo per gli Stati baltici, ma anche per l’Europa nel suo complesso. Ha anche notato che la situazione in nessun caso può essere risolta con mezzi militari. Se si verifica una guerra, le parti non saranno più in grado di tornare indietro e iniziare a una discussione sulla situazione politica.
“Non si può tornare indietro: questo è un conflitto molto grande e coinvolgerebbe un grande esercito”, ha concluso Vytautas укаukas sul canale ucraino Direct TV.
La Lituania ha iniziato un percorso di riavvicinamento con la Russia mediante una serie di incontri e negoziati.

In precedenza il primo ministro Saulius Skvernelis aveva dichiarato la necessità di riprendere il lavoro della commissione intergovernativa russo-lituana. Secondo il premier, il dialogo può includere temi come il commercio, l’energia, i trasporti e l’agricoltura, così come la questione dell’insegnamento della lingua lituana nella regione di Kaliningrad. Il presidente della repubblica baltica Dalia Grybauskaite ha definito la proposta del primo ministro inopportuna e irresponsabile.
Secondo un sondaggio fra i cittadin lituani. il ripristino dei contatti politici con la Russia è stato sostenuto in maggioranza dai cittadini appartenenti alle varie classi sociali.
In precedenza, Nation News ha scritto su quali paesi destinare la minima quantità di denaro per la scienza. Nel 2018, la spesa per la ricerca e lo sviluppo in Lituania si è rivelata una delle più basse tra i 28 stati membri dell’UE.
Autore: Irina Matveeva
Traduzione: Sergei Leonov

https://www.controinformazione.info/comandante-lituano-un-conflitto-tra-russia-e-ucraina-sarebbe-un-disastro-per-leuropa/
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
14 GENNAIO 2019

DISERZIONI E SBANDAMENTO NELL’ESERCITO UCRAINO IN VISTA DI UN CONFLITTO CON LA RUSSIA


CONFLITTO IN UCRAINA
di Waldemar Locksmith
“I soldati, così come i politici, non capiscono cosa sta succedendo nel paese”: il deputato della Rada ha spiegato il rifiuto della compagnia delle forze armate ucraine a combattere in Transcarpazia.
Non tutti i soldati ucraini, così come i politici, capiscono cosa sta succedendo nel paese. Il deputato parlamentare ucraino, Yevgeny Balitsky, ha aggiunto che è stata la presenza di un tale malinteso che ha causato il rifiuto di un’intera compagnia delle Forze armate ucraine di rifiutarsi di prendere parte alle ostilità nel Donbas.
La mancanza di comprensione degli eventi in corso in Ucraina e un parere unanime sulle questioni più acute ha portato al fatto che un’intera compagnia delle Forze armate dell’Ucraina insieme al suo comandante ha rifiutato di prendere parte alle ostilità sul territorio del Donbass. A proposito di questo episodio, in un’intervista con l’ agenzia di stampa federale, il deputato della Rada dal “blocco di opposizione” Yevgeny Balitsky, ha fatto le sue dichiarazioni in proposito. 
POROSHENKO FRA I SOLDATI
Durante la sua comunicazione con i giornalisti, Balitsky ha ammesso di aver saputo dell’incidente dall’agenzia. Tuttavia, questo comportamento dei funzionari di sicurezza ucraini non lo ha sorpreso, ha osservato il parlamentare ucraino e aggiunge che la questione si spiega con il fatto che i soldati, come i politici, non capiscono cosa sta succedendo nel paese. Balitsky ha scherzato ironicamente dicendo che, invece di risolvere i problemi economici, “ci diamo addosso l’un con l’altro”. Non c’è comprensione tra i politici su questioni di chiesa, di lingua e di storia.
Allo stesso tempo, il Ministero della Difesa dell’Ucraina non ha confermato i dati relativi a tale incidente ma indiscrezioni parlano di grave malessere tra le truppe ucraine e di un forte numero di diserzioni, circa 15.000 dicono le fonti locali.
In precedenza, il canale RT TV ha riferito che la seconda e terza compagnia del battaglione della 59a brigata di fanteria motorizzata delle Forze armate dell’Ucraina si era rifiutata di entrare sulle posizioni loro assegnate. Un grave atto di insubordinazione che risulta minimizzato dalle autorità ucraine.
Nota: Poroshenko vuole uno scoppio delle ostilità prima delle elezioni, l’unico modo per riprendere la popolarità nei sondaggi e proclamare un nuovo “stato di emergenza”. D’altra parte il presidente ucraino sente dietro le sue spalle l’appoggio di Washington e della NATO, che ha promesso l’invio di armi letali e di modernizzare l’esercito ucraino. L’Ucraina in questo momento funge da detonatore per un nuovo scoppio di ostilità che, oltre ad essere conveniente per Poroshenko, rappresenta una occasione per il gruppo di potere dei neocon di Washington per aumentare l’ostilità contro la Russia e giustificare ulteriori sanzioni con i paesi della UE, in particolare con la Germania che vorrebbe compeltare il gasdotto North Stream 2.
Un nuovo conflitto che non sarà invece conveniente per la popolazione ucraina che, già in gravi difficoltà nel paese per la crisi economica, dovrà pagare un nuovo tributo di sangue e di distruzione per la follia di Poroshnko e dei suoi sponsor d’oltre Oceano.
Fonte: Nation News
Traduzione e nota: Sergei Leonov
https://www.controinformazione.info/diserzioni-e-sbandamento-nellesercito-ucraino-in-vista-di-un-conflitto-con-la-russia/
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
14 GENNAIO 2019  
RUSSOFOBIA ED EUROPA IN DECLINO

“GILET GIALLI? È STATO PUTIN”: RIECCO IL GRANDE ALIBI DELLE ÉLITE CHE HANNO SBAGLIATO TUTTO

   
PUTIN E MEDVEDEV

di Fulvio Scaglione
Ma che sciocchi a non averci pensato, era così evidente! In Francia c’è un po’ di confusione, i gilet gialli danno l’assalto all’Eliseo e nei ritagli di tempo abbattono i portoni dei ministeri perché glielo dicono i russi. La capacità europea di farsi del male abbaiando alla luna mentre brucia la casa sta raggiungendo livelli quasi sublimi. Da settimane la Francia è sconvolta da manifestazioni imponenti come non si vedevano da quasi cinquant’anni, una specie di nuovo Sessantotto guidato dalla piccola borghesia e dai pensionati invece che dagli studenti, animato da gente che non vuol dare la scalata al cielo ma continuare a frequentare il macellaio. E la reazione qual è? Spiegar loro che stanno benone ma non lo capiscono. E a noi che sono dei poveracci che si fanno intortare da qualche post su Facebook.
Il bello è che questa specie di sanculottismo del terzo millennio si produce in un sacco di posti diversi, in condizioni economiche diverse, in culture diverse, e noi sempre a farci le pippe con gli hacker russi. C’è la Brexit nel Regno Unito? È stato Putin. La Catalogna si rivolta? Vedi mai che non siano gli hacker russi. Nasce il Governo giallo-verde in Italia? Il Cremlino. Eleggono Donald Trump negli Usa? Russiagate. In Francia, poi, dove questa volta non possono nemmeno attaccarsi alle banlieue e ai terza generazione non integrati, il pericolo cosacco arriva come il cacio sui maccheroni. Grazie a Dio i sovranisti nazionalisti populisti che governano da anni la Polonia detestano la Russia e i russi, altrimenti avremmo ripetuto le nostre sciocchezze.
Si capisce bene quanto è difficile rammendare uno squarcio così profondo del tessuto sociale. Ci sono i tagli inferti dalle difficoltà economiche ma anche gli strappi prodotti da una radicale crisi di sfiducia che colpisce sia l’usato sicuro della politica tradizionale (vedi Merkel) sia il giovanilismo rampante e un po’ spietato dei vari Renzi e Macron. C’è l’usura generata dal bisogno di conferme identitarie in un mondo in frenetico mutamento, venata di paure, come ben dimostra l’ossessione europea per i migranti. E c’è il logorio di una società che invecchia (età media in Italia 45 anni, in Germania 46,3, negli Usa 37,7, in Niger 15 anni) e si sente tanto debole sia quando le prende l’acciacco sia quando arriva la botta di spleen.
Però che tristezza questa ricerca di un capro espiatorio qualunque che non ci dia da pensare, che ci lasci credere che senza gli hacker andrebbe tutto così bene. O forse non erano gli hacker ma i rettiliani, i terrapiattisti, gli adoratori di Google, i vegani… Perché no, i residui tifosi del Torino come me. In fondo, che differenza fa?
La malinconia del tutto si misura, tra l’altro, con la facilità con cui ci facciamo abbindolare pur di trovare consolazione. La storia degli hacker russi che manovrano i gilet gialli è stata rimestata da due fonti. La prima è l’inglese The Times (una volta si diceva in automatico “l’autorevole Times”, adesso c’è un sacco di pesce da incartare), che si è rifatto a uno “studio” di New Knowledge.Questa a sua volta è una giovane società americana di social media marketingdiventata famosa per i suoi pasticci. Si è fatta sgamare dal New York Times e dal Washington Post per aver influenzato le elezioni suppletive in Alabama nel 2017, facendo eleggere per poche migliaia di voti il democratico Doug Jones sul favorito repubblicano Roy Moore. Una delle azioni intraprese da Jonathon Morgan, capo appunto di New Knowledge, fu di far credere che una serie di troll russi sostenessero Moore, per sputtanarlo nel generale clima di caccia all’hacker. Missione compiuta, Jones ha vinto, l’Alabama non aveva un governatore democratico da decenni.
L’altra fonte è Bloomberg, che si è fidato delle affermazioni di Alliance for Securing Democracy. Si tratta di una congrega di russofobi guidata da personaggi come John Podesta (capo della campagna presidenziale di Hillary Clinton), Toomas Ilves (ex presidente dell’Estonia, prima ministro degli Esteri e prima ancora ambasciatore negli Usa), Bill Kristol (alto funzionario della Casa Bianca di George W. Bush nonché esponente di punta del Progetto per il Nuovo secolo americano che fece da piattaforma alla politica neocon), Mike Chertoff (ministro degli Interni con George W. Bush e uno degli estensori del famigerato Patriot Act), oltre a un mazzo di ex spie e agenti dei servizi americani.
Roba forte, affidabile, disinteressata. Per fortuna ci sono stati studiosi francesi, loro sì veri e seri, che hanno rimandato al mittente la spazzatura.Solo che adesso mi è venuto un dubbio. A me i gilet gialli stanno pure un po’ simpatici, che vorrà dire? Forse sono un troll di Putin e non me n’ero accorto.
Fonte: Fulvio Scaglione
https://www.controinformazione.info/gilet-gialli-e-stato-putin-riecco-il-grande-alibi-delle-elite-che-hanno-sbagliato-tutto/
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<